domenica 20 settembre 2009

Biomega

Particolare come lo sono tutte le opere che ho letto di Tsutomu Nihei, “Biomega” si inserisce nello stesso filone di “Balme!”, di cui ho già parlato in un post precedente. Tuttavia non saprei se definirla più un seguito o un preludio a quella saga, dato che i punti di contatto e quelli di separazione si equivalgono. Al di là dell’aspetto grafico, in cui riconosciamo appieno l’inconfondibile stile dell’autore, c’è tutta una serie di elementi sia terminologici che concettuali, in comune con “Blame!”. Il protagonista solitario, Zoichi Kanoe, è un essere umano sintetico, dotato di straordinarie capacità, come lo era Killi, e anche lui è accompagnato da una aiutante informatica che qui diventa Fuyu, l’intelligenza artificiale della sua moto. Anche qui l’ambientazione è un mondo futuristico in cui la tecnologia ultra-avanzata si scontra con condizioni di vita proibitive, dovute queste in particolare alla minaccia dei drone. A differenza dell’opera precedente, però, “Biomega” ha una trama più chiara fin dall’inizio, con una definizione più precisa dei ruoli e delle azioni dei vari personaggi. In particolare, sappiamo benissimo fin da subito cosa è successo alla Terra e come si è ridotta nelle attuali condizioni, così come è ben chiara la missione del protagonista, che riguarda una strana bambina che non invecchia, Ion Green. Ma ovviamente le cose non possono essere facili, e infatti la ragazzina è contesa da almeno altre due forze in gioco che, sebbene entrambe facciano parte della stessa organizzazione, alla fine si trovano a scontrarsi l’una contro l’altra.

Non volendo rovinare la lettura a quanti volessero gustarsi l’opera di cui da pochi giorni si è conclusa la pubblicazione in Italia, dirò soltanto che il nucleo narrativo fondamentale è ancora una volta un possibilità di evoluzione della specie umana, possibilità voluta, ricercata e manipolata da più parti in gioco, ognuna con un proprio fine personale. Una riflessione quindi sulle potenzialità della ricerca scientifica applicata alla natura e all’umanità, con risvolti anche di carattere etico e morale, sull’opportunità di spingere il progresso scientifico all’estremo limite. Fermo restando che chi volesse solo godersi un po’ di sana azione, di combattimenti spettacolari e di inseguimenti su moto tra palazzi avveniristici, troverà tutti questi ingredienti molto ben rappresentati in “Biomega”.

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