
A Parigi, di notte, sulle porte delle case compaiono strani simboli e sigle. All’altro capo della città, un ex marinaio che si è reinventato come pubblico banditore declama criptici messaggi che parlano di malattia e morte. Ovviamente non c’è nessuna correlazione tra i due fatti, come pensano tutti. Tutti tranne Adamsberg, che su quei segni non ci vede affatto chiaro, e intanto i messaggi si fanno sempre più espliciti e con riferimento a qualcosa di preciso. L’aiuto di uno storico spiantato e di una galleria di personaggi bizzarri almeno tanto quanto lui costringerà il commissario ad un viaggio indietro nel tempo di alcuni secoli, quando una minaccia innominabile devastava l’Europa strisciando silenziosa. Ma quello che Adamsberg non sa è che questa minaccia ha esteso le sue propaggini fino a tempi relativamente recenti, al punto che ancora oggi ci può essere chi uccide servendosi di quest’arma tanto invisibile quanto letale.
Adamsberg lasciò la casa di rue Chasle un po’ frastornato, passando per il giardinetto incolto. C’era gente che sapeva una quantità di cose spaventosa. Che da un lato era stata attenta a scuola, e poi aveva continuato ad accumulare conoscenze a vagonate. Conoscenze di un altro mondo. Gente che dedicava la vita a untori, a pulci latine e elettuari. E questo, poco ma sicuro, era solo uno dei tanti vagoni ammassati nella testa di Marc Vandoosler. Vagoni che, del resto, non sembravano aiutarlo a cavarsela meglio di un altro nell’esistenza. Eppure, stavolta, sarebbero stati di vitale importanza.
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