Nel mio lavoro capita di aver a che fare con questa entità, che nell’immaginario comune è associata a quanto di peggio possa esistere. Devo dire che questo mi rammarica un po’, perché mi rendo conto che ancora oggi, con tutta la nostra evoluzione e il nostro progresso, non riusciamo a scostarci da idee radicate nelle zone più profonde della nostra mente. Ancora oggi, non ho mai avuto occasione di sentire qualcuno che parli di una ‘bella morte’. Con sottile ironia e con una impostazione francamente parodistica, questo cortometraggio di matrice spagnola a mio giudizio si propone proprio questo: rivalutare l’idea di questa entità dalla quale tutti fuggiamo, e familiarizzare con il concetto che dovremmo preoccuparci di vivere e morire bene, piuttosto che semplicemente di allungare la sopravvivenza.
venerdì 10 settembre 2010
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