giovedì 3 febbraio 2011

I giorni nudi

Claudio Piersanti era un nome che suonava familiare quando l’ho letto sul ripiano della libreria, scritto in bianco su quell’oceano blu che è la copertina del suo nuovo romanzo. Qualche tempo fa, invece, era un nome del tutto estraneo e nuovo ai miei occhi. Quella volta, la copertina aveva lo sfondo scuro, e spiccava violento il colore rosso dei capelli di lei, che nella posa china in avanti coprivano quasi interamente il viso. Quel libro era “Il ritorno a casa di Enrico Metz” e devo dire che la mia memoria ha fatto un gradevole salto indietro quando ho riletto il nome dell’autore su un nuovo romanzo, qualche mese fa. Ricordo una piacevole sensazione di leggerezza che ho provato nel leggere quel romanzo, e alcune immagini, ferme nel tempo, che scandivano il ritmo della lettura. In particolare, ho in mente l’immagine autunnale di un parco, con le foglie rosse e marroni che cadono leggere a terra. Anche questo romanzo ha una narrazione molto introspettiva, come lo era stato l’altro, sebbene questa volta ci sia un elemento diverso che mi ha colpito.

Alberto è uno scrittore di sceneggiati televisivi, da anni fa questo lavoro insieme al collega Guido e, sebbene forse ci sia nei suoi pensieri qualche rimpianto per non essersi dedicato di più al mondo del cinema, tutto sommato può ritenersi una persona soddisfatta della propria vita. Tuttavia, le vite equilibrate e regolari esistono proprio per essere perturbate da eventi straordinari, e cosa può esserci di più straordinario, per un uomo, di una donna? In seguito ad un incidente, Alberto conosce nei corridoi di un ospedale la giovane Lucia, praticamente una ragazzina in confronto a lui, con la quale stringe un legame che si capisce subito essere destinato a diventare, di lì a poco, una vera e propria relazione amorosa. Assistiamo così ad una rappresentazione della vita di questo uomo maturo dal momento in cui Lucia entra a farne parte, in cui in una prima fase leggiamo un crescendo di emozioni, mentre in seguito costatiamo il loro declino. Alberto si trova di fronte, forse suo malgrado, a pensieri e sensazioni che da sempre lo accompagnano ma che raramente hanno raggiunto il grado della coscienza, portati alla superficie della sua anima dalla freschezza ed esuberanza di Lucia, che poco alla volta prende campo nel suo piccolo mondo chiuso e angusto, portando con sé la novità. Una novità fatta di corpi che si scoprono e si desiderano, che si congiungono e si separano, che si cercano e che si trovano, ma anche una novità fatta di ciuffetti di fragola e bicchieri di yogurt lasciati in giro per casa. Così, con la ventata portata dalla ragazza, accadono eventi importanti nella vita di Alberto, come la definitiva separazione dal socio di una vita e l’avvio di nuove opportunità lavorative, la ristrutturazione della casa di villeggiatura e la partecipazione ad alcuni eventi mondani, ma Alberto non riesce a mettere da parte una crescente inquietudine: che cosa gli riserva il futuro? E che cosa il futuro si aspetta che lui faccia?

Muovendosi sul difficile confine della analisi introspettiva di un uomo ormai ben dentro i dubbi e i disagi della maturità da un lato, e le ambizioni e le frustrazioni di una donna nel pieno della giovinezza dall’altro, Claudio Piersanti traccia un meraviglioso ritratto di coppia, un dramma in due atti in cui nel primo assistiamo all’esplodere delle emozioni positive, dall’entusiasmo della novità all’esaltazione del rapporto sessuale vissuto attraverso la nudità dei corpi, mentre nel secondo è rappresentato quello che rimane quando sogni e ambizioni cozzano con la realtà e si incrinano, lasciando come traccia alcune crepe indelebili. Il tutto filtrato attraverso la psiche contorta di un uomo isolatosi volontariamente dal mondo, che non sa fare altro che cercare rifugio nel silenzio della sua casa e della sua routine. Ma quando tutto quello che era arrivato a turbare questo equilibrio scompare, ecco che il fantasma della depressione si insinua nell’animo di Alberto, che inconsciamente si punisce per quello che ha o non ha fatto e saputo fare durante quella relazione

“I giorni nudi” è un romanzo intenso, malinconico ma allo stesso tempo allegro, estremamente intimista ed introspettivo ma anche legato a doppio filo alla materialità dei corpi e delle azioni. Un romanzo che va letto con costanza e senza pause, perché solo così se ne può apprezzare appieno il significato profondo e il messaggio positivo che ne esce alla fine.

Dopo un sonno perfetto, Alberto si svegliò eccitato come quando da bambino aveva avuto in regalo la bicicletta da corsa. Suo padre era passato a prendergliela dopo il lavoro e l’aveva portata a casa che era già notte. Non potendo provarla subito si era accontentato di sognarla e al mattino si era svegliato prestissimo per rivederla: la sua stupenda Bianchi! Proprio come allora, i suoi occhi dovevano ancora saziarsi di Lucia. Scostò il lenzuolo e sprofondò nella contemplazione del suo corpo. Quel percorso nella bellezza era appena iniziato e lui capì che lo avrebbe portato lontano. Qualcuno gli aveva spiegato che la perfezione si raggiunge nel momento in cui si ha qualcosa in abbondanza e ci si può assopire sazi e certi di averne ancora al risveglio, a volontà. Facile riconoscere la matrice infantile del desiderio. Come non capire i lattanti, in questa loro passione? In poche ore era già tornato lattante. Il lattante di una donna molto più giovane di lui.

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