Il secondo giorno, non volendo rischiare di ripetere la stessa esperienza del giorno prima, due dei membri della squadra adottano una strategia diversa. I contatti con il resto del gruppo vengono progressivamente ridotti, fino al mantenimento del più assoluto silenzio radio, e le forze si sparpagliano per coprire un’area più vasta possibile. Inoltre, questo consente al Braccus Erectus e al losco figuro di muoversi inosservati con assoluta libertà d’azione, e finalmente si apre la caccia ai disegnatori. Il Braccus ovviamente conta sul suo innato fiuto canino per localizzare le sue prede anche a notevoli distanze, mentre l’altro, non avendo dalla sua alcun potere sovrannaturale, non può fare altro che sfruttare al massimo le qualità che una lunga teoria di inseguimenti, omicidi su commissione, agguati e fughe gli hanno fatto acquisire. Così, si aggira silenzioso per gli stand colorati e brulicanti di gente accalcata, pronto a cogliere il minimo sguardo, o un impercettibile segno di matita che renda manifesta la natura di disegnatore. Il caso vuole che spesso questi impercettibili segnali vengano accompagnati da un ben più eclatante cartellino che riporta nome e cognome, ma questi sono dettagli di cui non parleremo in questa storia. La prima parte della mattina trascorre in una ricognizione meticolosa e nell’individuazione dei potenziali obiettivi, e solo sul finire della mattinata viene raccolto il primo bottino. Un tizio solitario seduto ad un banchetto sta disegnando con una bic un samurai in stile manga. Alla domanda “Mi faresti un disegno?”, risponde chiedendo il soggetto. È così che vede la luce una meravigliosa Poison Ivy, perfino colorata e sfumata. Il gruppo si ricongiunge per il pranzo, dandosi appuntamento sui gradini, perché è notorio che in tutta Lucca ci sia solo una coppia di gradini in un unico luogo, talmente famosa che sulle carte della Toscana, accanto al nome Lucca, ci sono disegnati i due gradini in questione. La notizia che il Braccus era stato temporaneamente depistato e condotto fino in Giappone non sorprende più di tanto il losco cacciatore di taglie, considerando il fatto che in quel secondo giorno si era aggiunta al gruppo un’altra persona geneticamente programmata per ragionare in ideogrammi. Così, senza versare troppe lacrime per il compagno ferito, procede la caccia. Nel frattempo viene anche incrementata la quota di acquisti, in quanto fin troppo spesso il nostro eroe è costretto a cedere a bassi ricatti che prevedono la realizzazione di un disegno solo in cambio dell’acquisto dell’opera. Tuttavia, è un prezzo che si è disposti a pagare volentieri quando quello che si ottiene è un ricordo unico. In definitiva, sebbene i contatti con il resto del gruppo si mantengano scarsi, il carnet di disegni si arricchisce di diversi esemplari di diversi tipi e provenienza, alcuni addirittura d’oltreoceano. Inoltre, anche se in modo superficiale, l’esplorazione si estende anche ad ambiti non strettamente cartacei, in modo da cominciare a sondare alcune possibilità di acquisto che non siano solo fumetti. Purtroppo, un’orda di pupini assassini attacca l’eroe, che solo grazie alla sua prontezza di riflessi riesce a sfuggire all’agguato, rimandando l’incursione nel pianeta delle action figure a momenti più favorevoli. Stracarichi di sacchetti, i membri della compagnia si separano quando è già buio, alcuni diretti alla volta di un confortevole albergo, altri verso una più economica e faticosa, ma impagabilmente divertente, cena casalinga. L’acquisto di migliaia di metri cubi d’acqua da bere è un lusso che ci si può permettere impunemente, dopo una giornata faticosa come quella appena trascorsa, nonostante questo comporterà una successiva beneficenza al nuovo inquilino, cosa che, trattandosi di una buona azione, stona parecchio con le consuetudini dei tre mercenari.
Fine terza parte
Fine terza parte
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