lunedì 14 dicembre 2009

Sette pirati

Ricordo di aver visto “L’isola del tesoro” almeno una decina di volte, anche se purtroppo non ho mai avuto l’occasione di leggere il romanzo. Sarà stato per la passione per il mare o per l’avventura, ma da piccolo era uno dei miei film preferiti. Ricordo ancora le mappe del tesoro disegnate su fogli di carta bruciacchiati, e le X rosse ad indicare posti dove erano state sepolte scatole di metallo o conchiglie. E così, leggere questo terzo volume della serie dei sette mi ha riportato alla mente quei ricordi e quelle emozioni di bambino, quando la vita doveva essere un’avventura, quando guardare al futuro significava vedere mete lontane e sogni da realizzare. Quando ci si divertiva per ore con una corda appesa a un ramo.

“Sette pirati” è una rivisitazione del famoso romanzo “L’isola del tesoro” di Robert Luis Stevenson, e dell’opera originale riprende molti dei temi narrativi. Jim Howkins è cresciuto, e sono passati già quindici anni da quando è tornato dalla spedizione che per la prima volta era partita alla ricerca del famigerato tesoro del capitano Flint. Ora Jim è un commerciante coperto di debiti e costretto a vendere la sua nave e a rinunciare ai suoi sogni di uomo di mare. Ma quando un notaio gli propone di far parte di una spedizione di sette uomini per tornare sull’isola di Flint a cercare il secondo dei suoi nascondigli del tesoro, Jim non solo vede l’occasione per riconsolidare le sue finanze traballanti, ma sente anche il prepotente richiamo dell’avventura, al quale non sa resistere. Con alcuni componenti della vecchia ciurma, Jim parte alla volta dei Carabi, alla ricerca di un nuovo tesoro. Ma anche stavolta, intrighi e tradimenti, nonché le ambizioni di un pirata ossessionato dal mito di Flint, si opporranno alla sua ricerca. Se Jim e i suoi compagni riusciranno a cavarsela e a trovare il tesoro, nonché a scoprire il misterioso committente che li ha ingaggiati, lo sapremo solo leggendo il bel racconto di Pascal Bertho e Tim McBurnie.

Un volume ricco di citazioni dell’opera originale, che suscita non poca nostalgia in chi si era appassionato tanto a quelle storie da sperare un giorno di viverle realmente. Molto carina, in questo senso, la scena in cui il giovane mozzo della spedizione, Bjorn, finisce nel barile delle mele e così viene a conoscenza del complotto che si sta tramando alle spalle del gruppo, proprio come Jim, quindici anni prima, aveva scoperto nello stesso modo le trame di Long John Silver. Un gioco di citazioni che è tutto un omaggio da parte degli autori al romanzo dello scrittore inglese, ma anche un invito a non perdere mai di vista i propri sogni.

“Ognuno cerca il suo tesoro, Jim... Qual è il vostro? L’avventura, forse? Avete ragione. Buona o cattiva, l’avventura è la vita!”.

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