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Sotto questo aspetto, “Lives” è una storia atipica. L’autore è lo stesso di “Battle Royale”, Masayuki Taguchi, che in quella serie curava solo la parte grafica e che qui si cimenta anche con la scrittura. Non so se essere rammaricato o contento che “Lives” sia diverso dagli altri manga. In pratica, il fumetto non riscosse molto successo in patria, e l’autore dovette abbandonarne la produzione dopo aver realizzato i due numeri che sono arrivati da poco nel nos
tro paese, e che costituiscono il prologo ad una vicenda che doveva anche in questo caso articolarsi in una serie. Mi rammarico perché il lavoro sembrava davvero interessante, e avrei voluto leggerne il prosieguo. Mi rallegro perché così ho l’occasione di parlarne. A dispetto di quanti pensano che chi sa disegnare non sa scrivere, Taguchi mostra tutto il suo talento nel tessere una trama coinvolgente.
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In un momento non ben precisato del nostro tempo, una catastrofe si abbatte sulla Terra, e in particolare sulla città di Tokyo, nella forma di una pioggia di meteoriti. Sembra che l’umanità sia destinata ad estinguersi, invece dopo le esplosioni, il mondo sembra solo essere regredito ad un’era primordiale. In luogo di palazzi e città compaiono alberi e foreste, senza alcuna traccia di civiltà. A poco a poco scopriamo dei sopravvissuti al disastro, che però hanno subito dei cambiamenti. Una sorta di mutazione consente loro di acquisire aspetto e capacità tipiche di alcune specie animali, compresi gli istinti connaturati in esse. E in un mondo privo di tecnologia e civiltà, il primo istinto è certamente la fame.
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Con questo cambiamento che sconvolgerebbe chiunque, abbiamo l’occasione di vedere le reazioni dei vari personaggi, dalla paura all’ottimismo, dall’altruismo alla violenza. Inoltre, a beneficio dei lettori, il finale ci rivela un colpo di scena molto interessante, che doveva nelle intenzioni dell’autore costituire il punto di partenza della serie, cosa che ovviamente non è più successa. Infine, un cenno meritano i bellissimi disegni di Taguchi, che con le anatomie si trova molto a suo agio (lo aveva già dimostrato in “Battle Royale” e lo conferma qui), in particolare quelle femminili. Molto particolari sono soprattutto le espressioni dei volti, che trasmettono alla perfezione le emozioni dei personaggi. Un vero peccato quindi che la serie non abbia più preso forma, e che dobbiamo accontentarci di questo antipasto, che, per quanto raffinato e gustoso, ci lascia il desiderio di un piatto che non gusteremo mai.
2 commenti:
Mi hai incuriosito! a me piacciono molto i manga ma spesso vengo frenata nell'acquisto dalla lunghezza delle serie. Il fatto che Lives presenti purtroppo solo due volumi lo rende decisamente allettante
Un abbraccio
FRa
Devo dire però che, rispetto a tutti gli altri fumetti, i manga hanno la caratteristica che le serie prima o poi finiscono, sono comunque una sola storia che si snoda in più puntate. Ci sono cose molto belle che andrebbero lette, per esempio la mini di "Wolf's rain" (anche questa in due parti), o "Blame!" (10 albi), o ancora le serie delle CLAMP! Se ti capitano a tiro, dacci un'occhiata, te le consiglio. Baci, ^_^
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