Fare uno spin-off è molto più complicato di quanto può sembrare. Intanto diciamo che per spin-off si intende un film o una serie che isola un personaggio o un argomento di un precedente film o una precedente serie e ne fa una storia più o meno indipendente. Per capirci, il film con protagonista Wolverine (di cui ho parlato in precedenza) che uscirà tra pochi mesi nelle sale può essere considerato uno spin-off della fortunata e ben condotta trilogia sugli X-Men. Come dicevo, uno spin-off è complicato da realizzare, perché a isolare qualcosa da un’opera che di per sé ha una sua continuità e unicità si corre il rischio di storpiarne il significato originale. Potrebbe capitare che certi aspetti caratteriali di un personaggio vengano trascurati o esaltati, cosa che lo renderebbe difforme dalla sua controparte originale. Inoltre, se parliamo di una serie, in genere abbiamo di fronte un’opera di una certa complessità, dove più motivi narrativi si intrecciano a creare la storia, e isolarne uno solo per svilupparlo separatamente potrebbe appiattirne la vicenda e renderla monotona e ripetitiva. Per fortuna, anzi, per abilità degli autori, tutto questo non è successo con “Full Metal Panic? Fumoffu!”.
Fumoffu è lo spin-off della serie anime “Full Metal Panic!”, di cui ho già parlato ampiamente in un post di qualche tempo fa, e volevo qui esaltare la qualità di questo suo fratello minore. Fumoffu parla dei protagonisti dell’opera originale, calati nel contesto della loro vita quotidiana di liceali, senza guerre, terroristi, missioni segrete e scontri armati. Sousuke, Kaname e gli altri non sono che semplici studenti dell’Istituto superiore Jindai, che vivono, o meglio dovrebbero vivere, i normali avvenimenti della vita dei liceali: gite scolastiche, lezioni, vendita dei panini, appuntamenti, lettere d’amore, incomprensioni e amicizie. E in effetti è proprio questo che succede nei corridoi del liceo Jindai e nei suoi dintorni. Ma quando si ha a che fare con Sousuke Sagara, niente può essere così semplice. L’aver vissuto praticamente tutta la vita nei campi di battaglia come mercenario, il far parte di un’organizzazione militare, l’avere il compito di proteggere Kaname, e la sua totale mancanza di esperienza nella vita di tutti i giorni lo rendono incapace di vedere la realtà per quello che è. Sousuke va in giro sempre armato, nell’eventualità che a scuola ci sia un attacco terroristico, se trova una lettera nella sua scarpiera, la prima cosa che pensa è che sia una trappola, e quindi la rimuove con una carica di esplosivo ad alto potenziale, se Kaname si allontana in spiaggia e tarda a ritornare, l’opzione più probabile è che abbia messo il piede su una mina. Il mondo del sergente Sagara è così, la sua mente non ha un filtro normale per la vita di tutti i giorni, pensa solo in maniera ‘militare’. E questo, ovviamente, causa grande imbarazzo e nervosismo a Kaname, che non è solo sua amica, ma anche capoclasse e vicepresidente del comitato studentesco, quindi si sente responsabile per i suoi comportamenti sconsiderati. Ma Kaname è tutt’altro che una ragazza indifesa, anzi il lato combattivo del suo carattere viene qui esaltato più che nella serie originale, in modo da allestire siparietti comici ad ogni scena, con lei che picchia selvaggiamente Sousuke ogni volta che lui ne combina una delle sue. Tuttavia è innegabile che la ragazza sia molto attratta dal giovane sergente, e anche questo aspetto è molto più palese qui che nell’opera madre, e nonostante le sue esagerazioni, i suoi metodi brutali e la sua goffaggine, non può non notare con piacere che tutto quello che Sousuke fa è fatto per aiutarla, per proteggerla. È vero che per lui è una missione, è vero che vede pericoli dove non ce ne sono, è vero che i suoi metodi sono quelli di un mercenario, ma le sue intenzioni sono sincere, e questo non può lasciare indifferente Kaname, che in cuor suo non può non sperare che un giorno quello ‘stupido sergente imbronciato che si crede sempre in guerra’ impari a distinguere le situazioni della vita di tutti i giorni e si trasformi in una persona alla quale è più facile stare accanto.
In “Full Metal Panic? Fumoffu!” tornano anche tutti i personaggi secondari della serie madre, Kurtz Weber, Melissa Mao, Teletta Testarossa e tutti i compagni di scuola di Kaname e Sousuke, e se ne aggiungono di nuovi, come il presidente del comitato studentesco Ayashimizu e la sua fedele assistente Mikyhara, che contribuiscono tutti ad arricchire le vicende di Kaname e Sousuke. Una serie nella quale si comincia a ridere al primo minuto del primo episodio e non si smette neanche dopo la fine dell’ultimo, che va vista e apprezzata per la sua grande capacità di far sorridere. Un’ultima curiosità. Il titolo “Fumoffu” prende origine dal verso di un pupazzo di peluche, Bontakun, che è la mascotte di un parco giochi, e che Sousuke utilizza dapprima solo come travestimento, ma che in seguito svilupperà come vera e propria arma da guerra camuffata. Come se non ci fosse già abbastanza roba per ridere!
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