

È strano (potrebbe sembrare quasi banale) dare come titolo a un film di Batman quella che è la sua definizione più classica fin dagli esordi. Sembra come fare un film su Sherlock Holmes e intitolarlo “L’investigatore privato”. Prima di scrivere queste righe, ho dato un’occhiata ai miei vecchi post su Batman, e mi ha colpito come, in quello intitolato “Il fascino del male – L’Enigmista” parlavo di una storia scritta da Peter Milligan, in cui il vero protagonista non era tanto l’uomo pipistrello, o il suo avversario di turno, ma Gotham city. Mi ha colpito perché in questo film la città gioca un ruolo di primo piano. Spero di essere più chiaro in seguito. Devo dire che sono uscito dalla sala molto soddisfatto. Non perché il film sia spettacolare (e lo è), non perché gli attori, dai protagonisti ai comprimari, fanno dei loro personaggi delle interpretazioni magistrali (e le fanno). O meglio, tutti questi elementi contribuiscono alla mia impressione, ma non sarebbero bastati. Quello che mi ha veramente entusiasmato è lo spirito, l’atmosfera, di tutta la storia e dei personaggi. Nei suoi lunghi anni di vita editoriale, il personaggio dei fumetti ha attraversato molti periodi. Ed è passato tra le mani di parecchi sceneggiatori, che ne hanno sottolineato ora alcuni aspetti ora altri. Purtroppo non ho avuto occasione di leggere tutte le storie che in più di sessant’anni sono state scritte per l’uomo pipistrello, ma credo di avene lette abbastanza per fare delle scelte. E le storie che preferisco sono quelle dal sapore più gotico. Come ho detto più volte, la forza fisica, l’addestramento, la disciplina, la volontà, le armi avveniristiche, l’intelligenza e l’intuito sono requisiti importanti, per un personaggio come Batman. Ma contano poco più di niente se paragonate alla sua unica, vera, potentissima arma. La paura. Mi viene in mente una frase, tratta dalla graphic novel “Lanterna verde: rinascita”, su questo aspetto di Batman, ma per spiegarla ho bisogno di una piccola premessa.
Nell’universo DC c’è una grande alleanza di supereroi, chiamata Lega della giustizia d’America (JLA), di cui Batman fa parte. Ma se guardiamo i suoi membri, salta all’occhio una differenza troppo spesso messa da parte. Batman è l’unico eroe a non essere un supereroe. Si trova a far parte di un gruppo in cui ogni membro, se volesse, potrebbe distruggere da solo l’intero pianeta. Ci sono Superman, Wonder woman, Lanterna verde, Martian Manhunter, Flash, e via dicendo. E poi c’è Batman, un semplice umano. Eppure, quando lui parla, tutti ascoltano. Quando lui ordina, tutti eseguono. E non solo perché si fidano delle sue doti. Non si discute con Batman. Perché? Torniamo per un attimo a “Lanterna verde: rinascita”. Le lanterne verdi sono un corpo di polizia intergalattica, ognuna difende un settore dell’universo, grazie all’anello del potere, un oggetto in grado di dare sostanza alla volontà. Hal Jordan è stato il più grande tra le lanterne verdi, prima del suo tradimento e della sua follia. Ma Batman non si è mai fidato di Jordan, non l’ha mai accettato come amico, ma solo come alleato. Per un motivo molto semplice. Per essere scelti dall’anello del potere, bisogna avere due caratteristiche: possedere una grande volontà, ed essere in grado di sconfiggere una grande paura. Ecco perché Jordan non andava a genio a Batman. Ed ecco quella frase di cui dicevo all’inizio. Per difendere il suo compagno dalle accuse di Batman, John Stewart, secondo Lanterna verde della Terra, dice queste parole: “Non l’hai mai sopportato perché Hal era l’unico a non avere paura di te. E cos’è ‘Batman’, se non hai paura di lui?”.

Forse mi sono dilungato troppo. Che posso dire? Se non l’avete ancora fatto, correte a vedere “Batman il cavaliere oscuro”. Ma attenti: Gotham city fa davvero paura.