martedì 12 agosto 2008

Batman Il cavaliere oscuro

Ogni tanto ricevo dei commenti ai miei post. Da parte mia, tutti molto graditi, perché rappresentano uno stimolo a continuare a scrivere queste pagine. Da un po’ di tempo, però, voglio fare una precisazione, e ho deciso di cogliere questa occasione. A volte in questi commenti è stata usata la parola ‘recensione’ in riferimento ai miei post. Io non scrivo recensioni di libri né di fumetti, perché non sono un critico letterario. E allo stesso modo, visto che non sono un critico cinematografico, non scrivo recensioni di film. Non mi ritengo all’altezza, e non è falsa modestia. Credo che per poter esprimere un giudizio su un’opera, che sia più che un’opinione, bisogna conoscere non solo quell’opera, ma il suo creatore, tutte le sue altre opere, tutte le opere a queste correlate, il momento storico, il contesto sociale e quant’altro costituisce il mondo dell’opera e dell’autore. Inoltre, vi sono degli aspetti tecnici da padroneggiare: conoscere i requisiti di una sceneggiatura, di una esecuzione grafica, di una trama, di un dialogo, di una inquadratura, e tutto nelle diverse sfaccettature che questi elementi devono assumere nei vari generi. Come dicevo, non sono all’altezza di tutto ciò. Pochi lo sono. È la stessa differenza che c’è tra uno che scrive per passare il tempo e uno scrittore. Quello che mi limito a fare, è scrivere delle mie sensazioni, suscitate da alcune ‘cose’, sperando che chi passa di qui, per caso o per scelta, abbia il piacere, la pazienza o forse solo la sfortuna, di condividere queste sensazioni. Per questi motivi, quella sull’ultimo film di Batman, uscito da pochi giorni nelle sale, non è una recensione ma una raccolta di emozioni.

È strano (potrebbe sembrare quasi banale) dare come titolo a un film di Batman quella che è la sua definizione più classica fin dagli esordi. Sembra come fare un film su Sherlock Holmes e intitolarlo “L’investigatore privato”. Prima di scrivere queste righe, ho dato un’occhiata ai miei vecchi post su Batman, e mi ha colpito come, in quello intitolato “Il fascino del male – L’Enigmista” parlavo di una storia scritta da Peter Milligan, in cui il vero protagonista non era tanto l’uomo pipistrello, o il suo avversario di turno, ma Gotham city. Mi ha colpito perché in questo film la città gioca un ruolo di primo piano. Spero di essere più chiaro in seguito. Devo dire che sono uscito dalla sala molto soddisfatto. Non perché il film sia spettacolare (e lo è), non perché gli attori, dai protagonisti ai comprimari, fanno dei loro personaggi delle interpretazioni magistrali (e le fanno). O meglio, tutti questi elementi contribuiscono alla mia impressione, ma non sarebbero bastati. Quello che mi ha veramente entusiasmato è lo spirito, l’atmosfera, di tutta la storia e dei personaggi. Nei suoi lunghi anni di vita editoriale, il personaggio dei fumetti ha attraversato molti periodi. Ed è passato tra le mani di parecchi sceneggiatori, che ne hanno sottolineato ora alcuni aspetti ora altri. Purtroppo non ho avuto occasione di leggere tutte le storie che in più di sessant’anni sono state scritte per l’uomo pipistrello, ma credo di avene lette abbastanza per fare delle scelte. E le storie che preferisco sono quelle dal sapore più gotico. Come ho detto più volte, la forza fisica, l’addestramento, la disciplina, la volontà, le armi avveniristiche, l’intelligenza e l’intuito sono requisiti importanti, per un personaggio come Batman. Ma contano poco più di niente se paragonate alla sua unica, vera, potentissima arma. La paura. Mi viene in mente una frase, tratta dalla graphic novel “Lanterna verde: rinascita”, su questo aspetto di Batman, ma per spiegarla ho bisogno di una piccola premessa.

Nell’universo DC c’è una grande alleanza di supereroi, chiamata Lega della giustizia d’America (JLA), di cui Batman fa parte. Ma se guardiamo i suoi membri, salta all’occhio una differenza troppo spesso messa da parte. Batman è l’unico eroe a non essere un supereroe. Si trova a far parte di un gruppo in cui ogni membro, se volesse, potrebbe distruggere da solo l’intero pianeta. Ci sono Superman, Wonder woman, Lanterna verde, Martian Manhunter, Flash, e via dicendo. E poi c’è Batman, un semplice umano. Eppure, quando lui parla, tutti ascoltano. Quando lui ordina, tutti eseguono. E non solo perché si fidano delle sue doti. Non si discute con Batman. Perché? Torniamo per un attimo a “Lanterna verde: rinascita”. Le lanterne verdi sono un corpo di polizia intergalattica, ognuna difende un settore dell’universo, grazie all’anello del potere, un oggetto in grado di dare sostanza alla volontà. Hal Jordan è stato il più grande tra le lanterne verdi, prima del suo tradimento e della sua follia. Ma Batman non si è mai fidato di Jordan, non l’ha mai accettato come amico, ma solo come alleato. Per un motivo molto semplice. Per essere scelti dall’anello del potere, bisogna avere due caratteristiche: possedere una grande volontà, ed essere in grado di sconfiggere una grande paura. Ecco perché Jordan non andava a genio a Batman. Ed ecco quella frase di cui dicevo all’inizio. Per difendere il suo compagno dalle accuse di Batman, John Stewart, secondo Lanterna verde della Terra, dice queste parole: “Non l’hai mai sopportato perché Hal era l’unico a non avere paura di te. E cos’è ‘Batman’, se non hai paura di lui?”.

Questa semplice frase basta spiegare tutto. Capiamo il perché del pipistrello, del colore nero, del mantello, dell’oscurità della notte. La paura. Ma queste cose sono facili da comprendere. Quello che è più difficile, è l’aspetto interiore, il risvolto di questo potere smisurato. Tutti hanno paura di Batman. Persino i suoi amici. Riuscite a immaginare una vita in cui non è più possibile togliersi la maschera che si porta? Riuscite a immaginare una vita in cui la vostra sola esistenza basta a dare il pretesto a degli psicopatici per fare qualche giochetto sadico con migliaia di vite innocenti? Ma, per tornare al discorso del contesto, tutto questo sarebbe possibile in un altro luogo? L’ordine e il caos hanno trovato a Gotham lo scenario perfetto per il loro scontro. Una piccola scintilla innescata dalla mente perversa del Joker, e bum! La città è pronta ad esplodere. Viene spontaneo chiedersi se un solo uomo, un eroe, possa fare la differenza, in un luogo come questo. La risposta è sì. E quell’eroe si chiama... Harvey Dent! Sorpresi? Ho già parlato anche di lui, qualche tempo fa, così come del Joker. Per questo non mi dilungo molto su questi personaggi. Harvey Dent era l’eroe di cui Gotham aveva bisogno, ma non l’eroe che si meritava. Batman non è l’eroe di cui Gotham ha bisogno, ma è l’eroe che si merita. Harvey era il migliore, e il Joker ha orchestrato tutto per farlo cadere nell’ombra. Per questo, Batman, un eroe che non è riuscito e mai riuscirà a uscire dall’ombra, deve fare tutto quello che può, tutto quello che deve, finché a Gotham city non ci saranno altri eroi migliori di lui. E se questo vuol dire accusarsi di omicidi che non ha commesso, non avere più nessuno che crede in lui, essere solo, bene, è quello che farà. Batman non è Superman. Batman combatte il male spingendosi ai margini della violenza, della malvagità, dell’odio. Guidato da quella stessa paura che lo attanaglia. A Gotham city non c’è ancora posto per i buoni. Ma se un giorno ci sarà, sarà per merito di qualcuno che si è sacrificato. Bruce Wayne è solo un uomo che non conta nulla. Batman è la tenebra dalla quale può sorgere una nuova alba. Un cavaliere oscuro per una città malvagia.

Forse mi sono dilungato troppo. Che posso dire? Se non l’avete ancora fatto, correte a vedere “Batman il cavaliere oscuro”. Ma attenti: Gotham city fa davvero paura.

4 commenti:

Fra ha detto...

Non sarai un critico, ma le tue...impressioni...sono veramente ben strutturate e basate su un'ottima conoscenza dell'opera. Spesso trasmettono una grande curiosità, viene voglia di conoscere e approfondire quello di cui parli. E queste qualità spesso non si trovano nelle "recensioni" ufficiali. comunque sono contenta che il film ti sia piaciuto :D
Buon ferragosto
Un abbraccio
Fra

veronica ha detto...

Sono d'accordo con fra! Quello che scrivi riesce a far appassionare anche chi di fumetti non se ne intende perchè le tue impressioni vanno ben oltre la trama.

Buon ferragosto!!

Valentina Ariete ha detto...

OOOOOh!

E qui ti aspettavo!

Questo film è proprio TUO!

Sul mio blog ne ho parlato e sono contenta che ti sia piaciuto: secondo me è uno dei migliori film dell'anno!

Ciaooooo!

Adryss ha detto...

Scusatemi per l'attesa... anche io mi sono concesso un po' di vacanza... che continuerà per un'altra settimana...

Per Fra e Veronica: grazie davvero per i complimenti. Sono felice di avere raggiunto, almeno con voi, quello che avevo in mente quando ho deciso di creare questo blog. Qualche giorno fa una persona che conosco mi ha manifestato il suo disappunto sulla mia introduzione, dicendo che ho peccato di eccessiva modestia e che a questo punto non dovrebbe scrivere nessuno. Anche questa è un'opinione, ma io non cambio il mio punto di vista. Però sono molto orgoglioso di aver emozionato voi che mi avete letto per tutto questo tempo. Spero di riprendere presto a pubblicare qualcosa... per adesso, buone vacanze anche a voi!

Per Valentina: ero certo che non avresti mancato a questo appuntamento! Non ci crederai, ma l'ho già rivisto una seconda volta, all'arena estiva che c'è al mio paese, e mi è piaciuto ancora di più. Non so gli altri film dell'anno, ma di sicuro questo si merita un premio. Corro a leggere il tuo post, non vedo l'ora di leggere le opinioni di un vero critico.

Bene, allora, non mi resta che salutare le mie fan (mi permetto di dirlo ^_^), e spero ci reincontreremo presto da queste parti... o anche da altre parti!