domenica 10 agosto 2008

In memoria 59 - Dannazione e pentimento

“Francesco venne poi, com’io fui morto,
per me; ma un de’ neri cherubini
gli disse: ‘Non portar; non mi far torto!
Venir se ne dee giù tra miei meschini,
perché diede il consiglio frodolente,
dal quale in qua stato gli sono a’ crini;
ch’assolver non si può chi non si pente,
né pentere e volere insieme puossi,
per la contraddizion che nol consente.’
Oh me dolente! Come mi riscossi
quando mi prese dicendomi: ‘Forse
tu non pensavi ch’io loico fossi!’
A Minos mi portò; e quegli attorse
otto volte la coda al dosso duro:
e poi che per gran rabbia la si morse
disse: ‘Questi è de’ rei del foco furo’;
per ch’io là dove vedi, son perduto,
e, sì vestito, andando mi rancuro.”

Inferno, canto XXVII versi 112-129

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