mercoledì 19 novembre 2008

"...che anche il dolore servirà."

Mi è capitato per caso di vedere una parte di un film che avevo già visto al cinema qualche tempo fa. Ero a casa di un’amica, e lei stava guardando questo film, così mi sono fermato un po’, e nella sequenza che ho rivisto c’era questa canzone come colonna sonora. Mi ha fatto pensare. O meglio, ripensare. A una certa persona. Una persona che ha lasciato un segno dentro me, anche se la sua apparizione è stata breve, dal punto di vista sentimentale, e quello che mi è rimasto è proprio la malinconia. Malinconia per gesti, parole ed emozioni che avevo solo immaginato, che non si sono mai realizzati. Io sono di quelli che pensano che è sempre meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati. La malinconia è proprio quello che rimane quando un sogno si sgretola con la luce del giorno. La maggior parte delle volte bastano gli amici, il lavoro, gli svaghi, una corsa in bici, per passare oltre. In altri momenti, però, i pensieri ritornano. E il fatto che l’anima sappia che anche il dolore servirà, come dice la canzone, non rende il tutto meno doloroso.
Malinconia – Luca Carboni

La malinconia ha le onde come il mare,
ti fa andare e poi tornare,
ti culla dolcemente.
La malinconia si balla come un lento,
la puoi stringere in silenzio,
e sentire tutto dentro.
E sentirsi vicini e anche lontani,
e viaggiare stando fermi,
e vivere altre vite.
E sentirsi in volo dentro agli aeroplani,
sulle navi illuminate,
sui treni che vedi passare.
Alla luce calda e rossa di un tramonto,
di un giorno ferito che non vuol morire mai.

Sembra quasi la felicità,
sembra quasi l’anima che va,
il sogno che si mischia alla realtà.
Puoi scambiarla per tristezza ma
è solo l’anima che sa
che anche il dolore servirà.

E si ferma un attimo a consolare il pianto
del mondo ferito che non vuol morire mai.

E perdersi tra le dune del deserto,
tra le onde in mare aperto,
anche dentro a questa città.
E sentire che tutto si può perdonare,
che tutto è sempre uguale,
cioè che tutto può cambiare.
E stare in silenzio ad ascoltare,
e sentire che può esser dolce
un giorno anche morire.
Nella luce calda e rossa di un tramonto,
di un giorno ferito che non vuol morire mai.

Sembra quasi la felicità,
sembra quasi l’anima che va,
il sogno che si mischia alla realtà.
Puoi scambiarla per tristezza ma
è solo l’anima che sa
che anche il dolore passerà.

E si ferma un attimo a consolare il pianto
di un amore ferito che non vuol morire mai.

4 commenti:

Fra ha detto...

Sono d'accordo, i rapporti umani lasciano sempre un'impronta nella nostra anima, ci arricchiscono e ci fanno crescere.
Bellissima canzone
Un abbraccio grande
Fra

Adryss ha detto...

Purtroppo, siamo convinti che la nostra vita debba essere sempre straordinaria, e viviamo le delusioni e le sofferenze come un'ingiustizia. Solo dopo ci si rende conto che anche quelle arricchiscono. E che tutto sommato poteva andare molto, ma molto, peggio di così!

veronica ha detto...

Sono in accordo con voi, ma ho deciso da un po' di reagire con violenza e vigore alle cose tristi della vita. Guardare indietro e accarezzare le illusioni che si sono infrante sulla realtà può essere dolce, come il canto delle sirene. Ma poi nei ricordi ci affoghi e ti perdi la vita. Forse un giorno ci riuscirò a vivere senza pensare a quello che è stato e a quello che sarà!

Adryss ha detto...

E io forse un giorno riuscirò a lasciarmi alle spalle quello che ho provato, tenendolo solo come ricordo e non più come rimpianto. Forse. Un giorno. Non adesso!