mercoledì 9 gennaio 2008

Calliope

Stracci di Sogno. Era questo il titolo che volevo dare a questo post quando ho pensato di scriverlo. Stracci perché saranno dei frammenti, e non una trattazione sistematica, che non saprei neanche da dove cominciare (e probabilmente non finirebbe mai!). Sogno è scritto con le S maiuscola, perché è delle sue storie che parlerò, di alcune, almeno. Chi consce davvero i fumetti, sa già di cosa parlo. Per tutti gli altri, Sogno è il protagonista della saga di Sandman, scritta da Neil Gaiman e diventata un vero punto di riferimento del fumetto fantasy in tutto il mondo. Si potrebbero impiegare ore a parlare non di ogni singola storia, ma di ogni singola tavola di questa serie, e vi assicuro che non sarebbero ore sprecate. Neil Gaiman scrive camminando in bilico su quella linea di demarcazione che separa il sonno dalla veglia, che tutti noi attraversiamo almeno due volte al giorno. E da quella dimensione fa passare per pochi istanti, giusto il tempo di fissarli sulla carta, tutti i personaggi che compongono il fantastico spettacolo che è il mondo di Sandman.

Calliope è uno di questi. È la vera Calliope, se mai è esistita, la più giovane delle nove muse che dimorano sul monte Elicona, la musa della poesia, delle arti scritte, la musa di Omero. E un giovane scrittore, accecato dall’avidità e dalla voglia di essere un divo, la fa sua prigioniera, la riduce in schiavitù, la dilania per trarre dalle sue carni l’ispirazione che cerca o a volte solo semplice piacere carnale. Calliope chiede aiuto, al culmine della disperazione arriva a invocare l’aiuto di Oneiros, uno dei tanti nomi di Sogno degli Eterni, suo amante di un tempo e padre di Orfeo suo figlio, l’ultimo a cui vorrebbe chiedere qualcosa. E Sogno arriva in suo soccorso. Lascio a chi volesse andare a leggere la storia il piacere di scoprire quanto sottile e spietato sarà Sogno nel costringere il carnefice a liberare la sua vittima. Ma voglio soffermarmi un attimo sulla intensità che Neil Gaiman e Kelley Jones riescono a trasmettere in alcune scene.
La crudezza e la ferocia con la quale Calliope subisce violenza.
Il suo corpo nudo, esanime e scarnificato mentre invoca l’aiuto delle sue madri e di Oneiros.
La freddezza, il disgusto e l’odio nello sguardo di Sogno quando lancia la sua maledizione sullo scrittore.
Il dolore, il tormento e la pazzia che fanno scempio della mente di lui mentre le idee che tanto desiderava si scontrano frantumandosi in schegge taglienti.
La desolazione di quel vuoto che lasciano quando Sogno, liberata Calliope, decide di alleviargli quel tormento, lasciando la sua mente per sempre priva di qualunque idea, di qualunque prospettiva, di qualunque sogno. Un immenso spazio bianco, e nient’altro.
Ciascuna di queste immagini che ho descritto occupa lo spazio di una singola vignetta, eppure sono così cariche di significato, di patos e di emozioni che difficilmente le parole possono rendere quello che si prova a leggerle.


Su chi sono gli Eterni credo che parlerò un’altra volta, per adesso concludo dicendo che è alle stampe una riedizione dell’intera opera di Sandman, e non credo ci sia occasione migliore di questa per tutti quelli che avessero un vuoto in libreria che DEVE essere colmato.

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