lunedì 25 febbraio 2008

Disgusto

Riesco a stento a trattenere i conati di vomito mentre le mie dita nervose picchiano sulle lettere della tastiera, intente a dare forma ai pensieri che mi si affollano in mente. Intanto ringrazio l’amica (ormai credo di poterla definire così...) e collega Sara per avermi messo a conoscenza della irragionevole gogna mediatica alla quale sono stati esposti tutti i possessori di blog on line.

In una puntata del programma (mi ripugna definirlo tale, non fosse altro che per il rispetto dovuto a chi fa veri programmi d’informazione) “Porta a porta”, una degli ospiti di Bruno Vespa è la ginecologa e sessuologa medica (?!?) Alessandra Graziottin, la quale, su invito del conduttore, si lancia in una elucubrazione psicologico-sociale sulla presunta necessità per un giovane oggi di avere un blog privato. Ripercorro solo alcuni punti trattati, e rimando chiunque legga a vedere di persona il filmato.

1) Oggi molti giovani e meno giovani esistono in quanto sono visibili su internet; internet è il loro mondo, è la loro piazza, il loro paese [...] e la visibilità oggi è un paradigma di valore più della qualità della persona.

2) Quello che attrae su internet, come su tutti i mezzi visivi, è la possibilità di una attrazione sessuale con un messaggio esplicito o implicito.

3) Questo crea la proliferazione di tutti questi siti di prostituzione virtuale, che inizia virtuale e che poi può andare oltre, autogestiti nel blog personale.

4) Si arriva poi a una esposizione di sé provocatoria, perché in questo provocare si attrae il consenso oggi di un certo tipo di adolescenza che esiste in quanto ha un’identità negativa.

5) C’è tutta una doppia vita segreta che parte dal blog e si esplicita poi per esempio in una sessualità che ha tutta una serie di connotati di promiscuità, di rischio, di prostituzione, di autodistruttività, sulla quale dobbiamo veramente riflettere.

Ho guardato e riguardato il filmato più volte, per cercare di cogliere quale possa essere l’utilità di far passare questo tipo di messaggi, e quali possono essere le motivazioni che stanno alla base di queste affermazioni generaliste e faziose. Vespa dice che il problema fondamentale è che il mondo “adulto” oggi si confronta con la propria incapacità di decifrare il mondo dei giovani. E l’avanguardia del disagio giovanile viene concretizzata nel blog personale su internet, spia di una interiorità violenta e frustrata che inizialmente si esprime in queste forme di comunicazione, per poi sfociare in comportamenti immorali o francamente delittuosi (prostituzione, uso di sostanze stupefacenti, omicidi).

Io ho solo venticinque anni, forse non sono adulto, forse non sono più tanto giovane, e spero che il mio tentativo di dare una risposta alla prima domanda non sia interpretato come presunzione. Perché gli adulti non comprendono i giovani? Secondo me è semplicemente perché gli adulti sono adulti e i giovani sono giovani. Non c’era internet quando i ragazzi si lasciavano crescere i capelli e ascoltavano la musica rock per puro desiderio di ribellione. Quando non c’erano i blog c’erano le sale da biliardo, i club sportivi, gli oratori. Erano tutti luoghi in cui i ragazzi condividevano delle esperienze, si scambiavano opinioni, discutevano, litigavano, si odiavano e si amavano. E i genitori di allora non li conoscevano bene tanto quanto non ci conoscono bene i nostri genitori di oggi. Ed giusto anche questo, in una certa misura. Un genitore deve fare il genitore, non l’amico o il compagno di scuola. Ci devono essere le incomprensioni, i litigi, le punizioni, e tutto quello che contribuisce alla formazione di una persona. Ma c’è di più. Molto spesso manca la reale volontà di conoscere i propri figli, e questa non conoscenza è solo il pretesto buono per lamentarsi con gli amici o i colleghi alle cene di lavoro, perché avere dei figli “difficili” e riuscire a tirarli su è motivo di orgoglio. Tempo fa mi capitò di assistere ad un incontro tra un sociologo contemporaneo (di cui non ricordo il nome) e un gruppo di studenti delle superiori, ed alla domanda di uno di questi sul perché i figli hanno spesso un atteggiamento conflittuale con i genitori, rispose: “I genitori commettono un gravissimo errore: quello di preoccuparsi per i figli. Se fanno tardi la sera, se vanno in discoteca, se non prendono buoni voti a scuola. Dovrebbero una buona volta smettere di preoccuparsi per i figli e imparare ad occuparsi dei figli”.

Prostituzione virtuale che poi può andare oltre? Questa stronza che viene pagata per sedere su quella poltrona e parlare dell’interiorità di una persona come se stesse parlando di cucina non è il miglior esempio di prostituta? E mi vengono a dire che guardare leggere un libro e voler condividere le emozioni che si sono provate con altre persone che grazie a internet, non importa quanto siano lontane, possono entrare in contatto con chi scrive, è prostituzione? E allora che cosa sono i giornalisti che si vendono ai politici per fare propaganda ai loro pseudo-messaggi? Che cosa sono i direttori di rete che danno enormi spazi di trasmissione ad alcuni mentre altri sono relegati in nicchie senza nessuna possibilità di ascolto? Che cosa è Bruno vespa quando per mesi ci martella con i suoi libri pubblicizzati in tutte le reti RAI? A nessuno è venuto in mente che i migliori esempi di puttane erano proprio in quello studio? Personalmente, è stata la prima cosa che ho pensato quando ho visto il filmato. Ma io sono di parte, visto che ho un blog personale, che aggiorno nel tempo libero tra un omicidio, i servizietti ad un cliente e una spada (per chi non lo sapesse, in gergo vuol dire iniezione di eroina). Per questo, la cosa migliore è guardare il filmato e farsi le proprie opinioni. Magari, dopo fate un salto a firmare la petizione contro la presenza in RAI di Bruno Vespa.

Ah, dimenticavo, un ultimo, piccolo appunto: carissima “dottoressa” Graziottin, la parola “autodistruttività” non esiste nel dizionario della lingua italiana aggiornato al 2007, farebbe meglio a frequentare qualche corso serale di grammatica, ma nelle more le suggerisco due sinonimi che può utilizzare: “autodistruzione” e “autolesionismo”, dove il primo rappresenta un elemento di degrado personale a livello interiore, mentre il secondo prevede una componente fisica del danno inferto alla propria persona.

8 commenti:

Sara ha detto...

sti cazzi posso dirlo? bravo, ben detto!
e firmata la petizione.
cmq anch'io sono rimasta un po' sconcertata dalle competenze di una ginecologa e sessuologa medica in proposito.

Adryss ha detto...

Io non ci volevo credere, quando l'ho sentito! Speriamo che la voce si sparga in fretta, anche se dubito che ci liberemo mai di questi parassiti! Come diceva Beppe Grillo in un suo spettacolo di tre anni fa, "Bruno Vespa, detto anche chi striscia non inciampa"!

Unknown ha detto...

Ciao, vengo qui a rispondere al tuo appello:
l'ignoranza non è più una scusa, ma ce n'è ancora troppa in giro. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente sentendo i facili giudizi di Vespa e sessuologa.

Se non ne parlavano loro lo avrebbe fatto qualcun'altro di ugualmente POCO autorevole,ma pensi davvero che il loro parere scoraggerà qualcuno dall'utilizzare un blog?!?

I blog sono i diari moderni,adesso ci si confida in rete per essere letti e guardati, è un modo per sentirsi in compagnia e trovare propri simili.
E' bello trovare commenti di sconosciuti che ti capiscono e apprezzano.
^__^

Francesca Da Sacco ha detto...

Come per tutto, non c'è un modo giusto per usare internet (e i blog), i cellulari e la tv.

Spesso l'informazione, che fa uso di questi media per i propri scopi, li condanna per uso improprio o afferma che rovinano i nostri giovani già rovinati.

Io credo, semplicemente, che se le famiglie fossero meno sbandate e i genitori avessero più cura dei figli, forse i figli potrebbero imparare meglio quali sono i pericoli e le lusinghe di internet.

Io lo trovo un mondo affascinante, ma è pieno di insidie.
E molti ignoranti vedono solo quelle, come i primitivi guardavano alle vastità dell'oceano ^__-

veronica ha detto...

Secondo me la sessuologa e Vespa hanno pensato che l'uso che loro fanno dei blog sia rapportabile a tutti.
Facciamo una colletta per farli curare da una clinica psichiatrica?

Scherzi a parte: oltre ai politici poche persone intelligenti credono alle parole che vomita quel tizio visto che sono palesemente false e insensate. E' più che evidente la sua inutilità!!!!

Adryss ha detto...

Per Michela: non credo che quelle parole scoraggeranno qualcuno dal gestire un blog personale, ma è il messaggio che passa ad essere poco rispettoso di tutti noi. E' come chi dice che i film splatter o i fumetti dell'orrore inducono alla violenza. E condivido anche il piacere di venire a contatto con persone che non si conoscono e con cui si scambiano opinioni grazie a questi mezzi.

Per Francesca: hai ragione sulle possibili insidie, da cui bisogna imparare a guardarsi, e l'esperienza degli adulti ci può essere d'aiuto in questo. Forse non c'è un modo giusto, ma di certo ce ne sono di sbagliati, e sono questi quelli che andrebbero condannati, non tutti indiscriminatamente.

Per Veronica: è vero che le persone intelligenti non prenderebbero mai in considerazione quelle affermazioni, ma purtroppo non tutti hanno una cultura informatica che permette di farsi un'opinione obiettiva. Mi immagino mia nonna che ha 91 anni a sentire Vespa demonizzare i blog: si farà l'idea che sono qualcosa di malsano, e come lei tante altre persone che non possono o non vogliono informarsi me passano il tempo davanti alla televisione.

veronica ha detto...

In effetti oltre ad essere inutile è anche nocivo. Va assolutamente rimosso.

Adryss ha detto...

Purtroppo, anche se siamo in tanti a pensarla in questo modo, non credo cha otterremo effetti. Inoltre, sarebbe ancora più costruttivo se, piuttosto che essere rimosso, venisse esposto nei suoi programmi ad un contraddittorio efficace, come succede a tutti gli altri. Invece rientra nella categoria dei privilegiati, contro i quali si può fare ben poco.