Quello delle bat-amazzoni è un gruppo che riconosce molti elementi, alcuni più carismatici, altri più di contorno. Ma sono comunque personaggi interessanti. In un mondo solare e positivo come quello in cui si inserisce la vita di Superman, tanto per fare l’esempio più classico, è più facile che i personaggi femminili siano solo un di più, un ornamento alle avventure del supereroe. E, sebbene Lois Lane abbia degli aspetti interessanti, bisogna ammettere che gran parte del suo ruolo consiste nell’affiancare Clark Kent nella sua vita privata e lavorativa. Allo stesso modo, non mi tornano alla memoria personaggi femminili del mondo dell’uomo d’acciaio degni di nota, se non quelli che fanno anche parte di altri gruppi, come Powergirl nella Società della Giustizia d’America o Wonder Woman nella Lega della Giustizia d’America. A mio parere, questo succede perché le donne, nelle storie di Superman, non trovano grande spazio, e quindi non vengono caratterizzate come dei bei personaggi.
Discorso diverso vale per l’universo di Batman. Questo è un luogo oscuro e tenebroso, che fisicamente si individua in Gotham city, ma che in realtà è un concetto più esteso. Quello in cui vive Batman è una sorta di condizione umana, molto particolare, ma sostanzialmente opprimente. Atmosfere tetre, sentimenti malvagi, scontri spietati. La paura è il concetto preponderante, e non a caso questa è la vera e più potente arma di cui dispone l’uomo pipistrello. Insinuare il terrore nell’animo dei criminali è sempre stato il suo obiettivo primario, forse ancora più importante che fermarli fisicamente. Tra l’altro, è un mondo in cui la dimensione dei personaggi è sostanzialmente umana, anche se alcuni di essi hanno superpoteri. Per chiarire il concetto, Superman affronta supercriminali indistruttibili e sovrumani tanto quanto lui, a colpi di soffio congelante e vista calorifica, oltre che con la sua forza incommensurabile. Batman invece, sebbene sia agilissimo, molto forte, esperto in tutte le tecniche di combattimento, uno stratega sopraffino e il miglior detective del mondo, rimane pur sempre un umano. È una letale macchina da combattimento, che potrebbe uccidere decine di avversari in pochi secondi usando una sola mano, e non ha problemi a lanciarsi da grattacieli di centinaia di piani, ma di fatto, suda, sanguina e si frattura le ossa. I proiettili non gli rimbalzano addosso, non può volare, non può sollevare montagne. Insomma, ha dei limiti. E così anche la maggior parte dei personaggi che popolano il suo mondo, sia gli aiutanti che gli avversari.
Ed eccoci al punto: per emergere in questo mondo, un personaggio femminile deve avere una personalità e un carisma che altre non hanno perché non è per loro necessario. In questo senso, Batgirl è un bel personaggio. Così come per Robin, non è una sola la donna che ha vestito i panni della spalla femminile del cavaliere oscuro, ma senza dubbio la prima ha lasciato un segno indelebile. Barbara Gordon era brava. Forse spinta dal desiderio di eguagliare la sua controparte maschile, quel Dick Grayson che per anni era stato l’unico aiutante di Batman e suo indiscusso pupillo, Barbara non perdeva mai un’occasione per migliorarsi, sia nelle sue doti fisiche che in quelle mentali. Astuta e agile, ma anche forte e senza scrupoli, era perfetta per ricoprire il ruolo di Batgirl, soprattutto al fianco di quel Robin verso il quale nutriva ben più che una stima amichevole. Sotto lo sguardo severo del pipistrello, Barbara cresceva nel suo ruolo, sia come Batgirl che come donna. Ma il destino aveva altri piani per lei, manifestandosi nella mente perversa di Alan Moore. In una storia memorabile (“The killing Joke”), un proiettile sparato dal Joker le toglie per sempre l’uso delle gambe. Batgirl non esiste più, adesso c’è solo Barbara, paralizzata su una sedia a rotelle. Un’altra avrebbe mollato. Non era facile sopportare lo sguardo pietoso di Dick o quello grondante vendetta di Batman. Ma, come ho detto, a Gotham non c’è posto per le sciacquette con un bel sederino da agitare e nient’altro. Non sarebbe stata una vera Batgirl se non avesse saputo reagire anche a questo evento con la forza che solo i membri della famiglia del pipistrello riescono a trovare. Batgirl non era morta per lasciare un posto vacante, Batgirl era morta per far nascere Oracolo. Con la tecnologia che le mette a disposizione Bruce, Barbara diviene la mente pensante della macchina della giustizia di Gotham, raccogliendo e catalogando informazioni, gestendo le comunicazioni tra i singoli elementi, organizzando le operazioni nelle situazioni di crisi. Ne è un esempio il ciclo di storie “Giochi di guerra”, in cui dà prova di grande freddezza in situazioni che anche Batman ha difficoltà a gestire. Ecco perché la vera Batgirl è comunque Barbara Gordon. Cassandra Cain, la sua sostituta, ha anche lei degli aspetti interessanti, ma a mio parere non è all’altezza di chi l’ha preceduta, sebbene sia molto meglio di tante altre bamboline che agitano i fianchi nel mondo dei fumetti. Per i veri appassionati del mondo del pipistrello, quindi, Batgirl è e sarà sempre Barbara. Perché è un ruolo che si è conquistata, senza regali o sconti da parte di nessuno, a cominciare dal suo maestro, che non dismette mai il mantello della paura, neanche con i suoi alleati.
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