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“Saiyuki” è la storia di un viaggio. È vero che ci sono elementi molto particolari, ma il tema fondamentale è questo. In un mondo in cui gli esseri umani hanno sempre convissuto con i demoni, in pace e prosperità, una misteriosa anomalia altera il carattere di questi ultimi, rendendoli malvagi. Le somme divinità che governano il mondo, i Sanbutsushin, incaricano un monaco, Genjyo Sanzo Hoshi, di indagare su questa anomalia, intraprendendo un viaggio verso Ovest, e gli affiancano tre insoliti compagni, Son Goku, Cho Hakkai e Sha Gojyo. Questo è tutto quello che è necessario sapere per godere appieno la lettura dell’opera di Kazuya Minekura. “Saiyuki” è il titolo originale di un romanzo cinese, che significa letteralmente “Viaggio in Occidente” (con questo titolo è stato tradotto in italiano, in pochissime versioni), e che narra la storia di un monaco buddista il quale intraprende un viaggio verso l’Occidente alla ricerca di alcuni testi sacri. In questo viaggio è affiancato da tre compagni, lo scimmiotto generato dalla terra Son Wukong, il maiale Zhu Bajiè e il demone fluviale (kappa) Sha Wujing. Le analogie con la storia della Minekura sono quindi moltissime, tanto che il manga può essere a tutti gli effetti considerato una versione moderna del romanzo. Ma non è solo l’identità dei personaggi a costituire questa similitudine. Come dicevo, il tema del viaggio è fondamentale, ma non solo nel senso fisico. Il viaggio verso Ovest rappresenta una metafora di molte cose. Simbolicamente, può essere visto come il percorso necessario a raggiungere una meta, qualunque essa sia, e come questo percorso sia intercalato da difficoltà importanti da superare se si vuole andare avanti. Ma parallelamente al loro spostarsi in senso fisico, i personaggi percorreranno un loro viaggio interiore, personale e come gruppo, alla ricerca del loro passato e dei ricordi, del loro dolore e delle loro motivazioni, e della speranza per il futuro. Grazie al tratto pulito e stilizzato dell’autrice, vengono messe a nudo, una ad una, le psicologie dei protagonisti, i loro rapporti uno con l’altro, e con gli eventi che hanno
segnato le loro vite fino al momento in cui il destino li ha messi insieme. Si stabilisce inoltre una bella dicotomia tra i quattro protagonisti e il gruppo dei loro avversari, in modo che ciascuno abbia un antagonista personale con cui confrontarsi, rispettandolo profondamente e in qualche caso anche aiutandolo.
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La storia vede momenti di grande intensità e drammaticità, come ad esempio i ricordi del passato dei quattro protagonisti, il rapporto di Genjyo Sanzo con il suo maestro Komyo, la violenza della madre di Gojyo sul figlio, la vendetta di Hakkai, e la prigionia di Goku, ma c’è anche spazio per l’ironia e la spensieratezza. Meravigliosi in questo senso sono i siparietti tra le varie scene, con Goku e Gojyo che litigano e si insultano, dandosi reciprocamente della stupida scimmia e del pervertito di un kappa, con Sanzo che minaccia di ucciderli se non la smettono, e Hakkai che assiste serafico alla scena, cercando di riportare la pace.
Una storia quindi che di sovrannaturale ha solo l’aspetto, a dispetto della trama (peraltro davvero interessante e complessa), e che invece si dimostra profondamente umana nel significato, agli occhi di chi sa come leggere una storia a fumetti.
2 commenti:
Sayuki è uno dei miei fumetti preferiti. Io amo Sanzo, veramente. Storie stupendamente disegnate e personaggi caratterizzati alla perfezione
Un abbraccio
Fra
Anche a me è piaciuto molto. Però il mio preferito rimane Gojyo. Sotto un'aria di superficialità e spacconeria nasconde un'anima segnata da molto dolore.
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