mercoledì 4 giugno 2008

Il viaggiatore notturno

È uno di quei libro comprati senza tanta voglia di farlo, perché avevo un buono sconto nella mia libreria di fiducia e presi due libri che forse, dovendoli pagare, non avrei mai comprato. È anche uno di quelli letti senza troppa voglia di farlo, perché da un po’ stava sopra la mensola insieme agli altri e un giorno, quando stavo per finirne uno, decisi di non correre a comprarne uno nuovo e di leggere questo. È uno di quei libri che mentre lo leggi ti piace, ma che alla fine non ti lascia dentro una gran memoria di sé. Ci sono libri di cui ricordo a memoria non solo frasi ma interi paragrafi, altri di cui saprei ritrovarne un capitolo che mi interessa solo sfogliandoli, anche se sono passati anni da quando li ho letti. Purtroppo, per questo non è così. Eppure è un bel libro. Lo tengo in mano mentre scrivo, e ricordo per sommi capi quello di cui parla. Ma quando leggiamo un libro, anche noi veniamo letti da questo. Letti nei nostri pensieri, nelle nostre emozioni, nei nostri stati d’animo. E in quel periodo dovevo avere altro per la testa, la lettura era forse solo un modo per impiegare il tempo morto dei tragitti in treno da Palermo a Cefalù e viceversa. Per questo, credo, mi è rimasto poco niente di lui.

“Il viaggiatore notturno” è una storia di parole. Un esperto di migrazioni si siede la notte sul petto del mondo, il deserto del Sahara, e parla. Aspettando che delle rondini gli passino davanti, ricorda altri viaggi, altri personaggi, altre migrazioni. Non sono le persone a migrare, o gli animali, non nel senso profondo del termine. È la parola, la cultura, la tradizione, che migra di persona in persona, di luogo in luogo, attraverso il pensiero di chi racconta quelle storie. In un luogo di infinita bellezza, in mezzo a un popolo di infinita saggezza, il protagonista ritrae un mondo che si autodistrugge nella guerra, attraverso uomini e donne che in questo mondo vivono e che spesso lo subiscono. Lui stesso si scopre l’unico ad essere in grado di rendere giustizia a quei personaggi, a quelle storie, destinati altrimenti a perdersi nella foschia notturna per sparire del tutto ai primi raggi del sole. Ma la memoria non scopare. È semplice far vivere qualcuno in eterno. Basta parlarne. Nessuno morirà mai, finché esisterà qualcuno per ricordarlo.

3 commenti:

Fra ha detto...

Ok l'ho scoperto ci hanno separato alla nascita. Anche io ho comprato questo libro per uno sconto da consumare e anch'io mi sto ripromettendo di leggerlo perchè è da troppo sulla mensola...ti saprò dire le mie impressioni
Per il fantasy estivo il mio preferito è il Talismano di Stephen King. Se non l'hai ancora letto te lo consiglio, è meraviglioso
Fra

Adryss ha detto...

Potrebbe anche essere successo... Scherzi a parte, grazie del consiglio... I libri di King sono un mio desiderio da parecchi anni, ma non ho mai abbastanza tempo e soldi per rimpinguare la collezione. Terrò in seria considerazione "Il talismano". Grazie e alla prossima.

veronica ha detto...

Ma tanto scompare anche chi ne parla e resta solo la foschia.