Laggiù trovammo una gente dipinta,
che giva intorno assai con lenti passi,
piangendo e nel sembiante stanca a vinta.
Egli avean cappe con cappucci bassi
dinanzi agli occhi, fatte della taglia
che per li monaci in Cologna fassi.
Di fuor dorate son, sì ch’egli abbaglia;
ma dentro tutte piombo, e gravi tanto
che Federigo le mettea di paglia.
O in eterno faticoso manto!
Noi ci volgemmo ancor pure a man manca
con loro insieme, intenti al tristo pianto.
Ma per lo peso quella gente stanca
venia sì pian, che noi eravam nuovi
di compagnia ad ogni mover d’anca.
Inferno, canto XXIII versi 58-72
mercoledì 25 giugno 2008
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