domenica 15 giugno 2008

Passeggiate e sorrisi

Sembravano quasi due compagni di scuola che non si vedevano da tanto tempo e che approfittano di un pomeriggio di giugno per fare due passi e raccontarsi vecchi aneddoti. Invece erano proprio Gorge e Joseph. Quei Gorge e Joseph. Il presidente degli Stati Uniti d’America e il leader della Chiesa cattolica nel mondo. Quando ho saputo che Bush, in questa sua ultima visita presidenziale ai capi di stato europei, sarebbe stato ospite anche del Vaticano, mi sono subito incuriosito. Chissà di che parleranno, mi sono chiesto. Roba seria, di sicuro. Leggendo il giornale ho appreso quali sono stati gli argomenti di conversazione. Small talk, le chiamano gli anglosassoni, chiacchiere leggere. Nessuno ha detto una parola sull’eventualità di un attacco militare all’Iran. E dire che i vescovi cattolici di tutto il Medio Oriente si sono più volte detti terrorizzati dalle possibili conseguenze di questo evento. Invece, questo papa ha deciso di tenersi piuttosto distante dalle scacchiere geopolitiche, cosa che tra l’altro lo rende molto simpatico a Bush. E pensare che fino a pochi anni fa quell’altro tizio sempre vestito di bianco, riferendosi a Bush, proclamava che chi sceglie la guerra ne risponderà “di fronte a Dio, alla sua coscienza e alla storia”. Forse perché lui sapeva cosa succede quando soldati stranieri vengono a fare una visitina nel tuo paese. Ora, passi per gli ultimi due confronti, che il presidente deve essere convinto di vincere a testa bassa, ma vedersela col grande capo in persona non deve essere roba da nulla, per uno che ci crede, come lui stesso si dichiara. Tra l’altro, non credo che potrà portarsi i suoi marines, quando lo incontrerà.
La passeggiata continua. Sono giusto due o tre le frasi scambiate sui rapporti USA – Europa, sul processo di pace in Terrasanta, sulla globalizzazione, sulla crisi alimentare, sul commercio internazionale. Eppure, Ratzinger trova il tempo per lodare l’impegno del presidente “in difesa dei valori morali fondamentali”. Poco dopo, arriva la limousine che porterà via Bush e consorte, salutati da un amichevole ciao ciao con la manina dal buon papa. In fondo, non c’era tempo per parlare d’altro.
Però due parole in più me le sarei aspettate. Posso anche accettare che quella della guerra non sia una questione di primaria importanza per questo papa. In fondo, tra i suoi tanti anatemi contro i mali di questa società, non l’ho mai sentito sgolarsi contro questa piaga. Però è strano sentir parlare di valori morali fondamentali e non dire neanche una parola su quella strana usanza che il governo degli Stati Uniti continua a perpetrare. Non che la mia opinione su Ratzinger sarebbe cambiata, ma mi avrebbe piacevolmente sorpreso sentire due paroline sulla pena di morte. C’era anche l’uomo giusto: il Texas è lo stato con il più alto numero di esecuzioni capitali all’anno. Addirittura (ma di questo non sono sicurissimo) credo sia uno dei pochissimi che prevede ancora come mezzo di morte la camera a gas. È quantomeno curioso (dal punto di vista storico, almeno) che un tedesco non si interessi di gas. Come dicevo, mi avrebbe piacevolmente stupito. Ma figuriamoci se Ratzinger si perdeva un’occasione per ribadire la sua ipocrisia. Sarei curioso di sapere in che modo la pena di morte va bene e l’aborto no. Ma temo sia un dubbio destinato a non avere mai una risposta.

2 commenti:

Fra ha detto...

Aria di crociata e santa inquisizione...e la storia insegna: la chiesa ha bisogno di un braccio armato lungo e potente
C'è da rabbrividire, spero in Obama anche se sarebbe veramente un evento storico vedere una persona di colore alla guida degli USA
Un abbraccio
Fra

Adryss ha detto...

Anche io temo sia un evento difficile... Forse l'America poteva essere pronta per un presidente donna, ma per un presidente nero non credo. Come dicevano in un telefilm, "Non la chiamano Casa bianca solo perchè è bianca".
D'altronde, quando qualcuno si sente minacciato, risponde attaccando. Una volta tutto quello che diceva la Chiesa era legge, soprattutto in un paese come il nostro. Oggi le persone cominciano a pensare sempre più spesso con la loro testa, e mettono in dubbio cose che vengono imposte e che prima nessuno si sognava di discutere. Speriamo che col tempo le cose migliorino. Ma ho seri dubbi in proposito.