mercoledì 15 ottobre 2008

In memoria 72 - Napoleone e Alessandro degli Alberti - Camicione dei Pazzi

Quand’io ebbi d’intorno alquanto visto,
volsimi a’ piedi, e vidi due sì stretti,
che il pel del capo avieno inseme misto.
“Ditemi, voi che sì stringete i petti,”
diss’io, “chi siete?” E quei piegaro i colli;
e poi ch’ebber li visi a me eretti,
gli occhi lor, ch’eran pria pur dentro molli,
gocciar su per le labbra, e il gelo strinse
le lagrime tra essi, e riserrolli.
Con legno legno spranga mai non cinse
forte così; ond’ei, come due becchi,
cozzaro insieme, tanta ira li vinse!
E un ch’avea perduto ambo gli orecchi
per la freddura, pur col viso in giue,
disse: “Perché cotanto in noi ti specchi?
Se vuoi saper chi son cotesti due,
la valle onde Bisenza si di china,
del padre loro Alberto e di lor fue.
D’un corpo usciro, e tutta la Caina
potrai cercare, e non troverai ombra
degna più d’esser fitta in gelatina;
[...]
E perché non mi metti in più sermoni,
sappi ch’io fui il Camiscion de’ Pazzi;
e aspetto Carlin che mi scongiuri.”

Inferno, canto XXXII versi 40-60 e 67-69

1 commento:

Patoublues ha detto...

ciao Filippo!!!
x caso ma proprio x caso sono capitata nel tuo blog... indovina chi sono?!?!? ihihih dal nome del mio blog è un po' difficile arrivarci... ma se ci clicchi su capirai...
ti dico solo che non ci vediamo da secoli!!! Spero ke ti vada tutto bene... dovremmo organizzare una reimpatriata della V B qualche volta... adesso forse hai capito ki sono! ^_^

ciaociao