Noi eravam partiti già da ello,
ch’io vidi duo ghiacciati in una buca,
sì che l’un capo all’altro era cappello;
e come il pan per fame si marduca,
così il sopran li denti all’altro pose,
là ‘ve il cervel s’aggiunge con la nuca.
Non altrimenti Tideo si rose
le tempie a Menalippo per disdegno,
che quei faceva il teschio e l’altre cose.
“O tu che mostri per sì bestial segno
odio sovra colui che tu ti mangi,
dimmi il perché,” diss’io, “ per tal convegno,
che, se tu a ragion di lui ti piangi,
sappiendo chi voi siete e la sua pecca,
nel mondo suso ancora io te ne cangi,
se quella con ch’i’ parlo non si secca.”
Inferno, canto XXXII versi 124-139
mercoledì 22 ottobre 2008
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