Non è facile tenere il conto delle donne che hanno avuto a che fare con Bruce Wayne. Uno degli aspetti fondamentali della sua doppia identità è sempre stato l’atteggiamento da playboy, una vera e propria parte recitata per coprire la sua vera natura. D’altronde, da un miliardario scapolo e frivolo ci si aspetta che abbia un certo comportamento sociale, e nella vita sua mondana non potevano mancare modelle, attrici e altre ragazze simili, la cui assenza sarebbe risultata sospetta ad occhi attenti. Ma solo poche donne sono veramente entrare nella vita dell’eroe. Sia per colpa di questa parte da recitare, sia per la vera natura del suo essere, Bruce è sempre stato un maestro nel mandare all’aria anche quelle relazioni che potevano diventare qualcosa di più di un divertimento o di una copertura. Una delle prime è stata Rachel Caspian, la figlia del Mietitore, la quale per lui aveva rinunciato a prendere i voti per poi tornarvi dopo aver scoperto la vera identità del padre. Un’altra donna importante è stata Vicky Vale, che non ha potuto sopportare la costante assenza di Bruce Wayne, impegnato nelle sue scorribande notturne contro il crimine di Gotham city. Ma quella che forse più di tutte lo ha amato incondizionatamente è stata Talia al Ghul, la figlia di Ra’s al Ghul, la Testa del demone. Talia, insieme a suo padre, è una delle pochissime persone al mondo a conoscere l’identità segreta di Batman. Entrambi lo stimano profondamente, pur essendo stati suoi avversari parecchie volte. Ra’s lo considera uno degli uomini migliori del mondo, forse l’unico che può ricoprire il ruolo di consorte della sua amata figlia. E Talia gli ha sempre dimostrato un amore incondizionato. Perfino l’uomo più freddo e razionale che esiste non poteva non cedere alla forza di questo amore. Messo di fronte all’evidenza di una vita solitaria, da emarginato, Batman si rende conto che anche l’uomo sotto quella maschera può meritare qualcosa di importante, come una donna che lo ama. Purtroppo però, nella vita dell’uomo pipistrello, c’è poco spazio per la felicità. Sebbene perdere entrambi i genitori in tenera età è stata sicuramente un’esperienza straziante, non credo ci possa essere per un uomo tragedia più grande che perdere un figlio. A seguito di uno scontro con dei nemici, Talia confessa all’amato di aver perso il bambino che avevano concepito poco tempo prima. Il sentimento di vendetta cresce prepotente in Batman, mitigato a stento dal suo ferreo ideale di giustizia. È sicuramente questo il motivo narrativo più intenso che Mike W. Barr e Jerry Bingham ci consegnano ne “Il figlio del demone”, mostrandoci un Batman talmente coinvolto da Talia da mettere in secondo piano la sua missione e la sua razionalità, quando la vede minacciata dal pericolo. A beneficio dei lettori della storia, alla fine ci viene rivelato che quella di Talia era stata una menzogna, anche se non se ne conosce il motivo. Nove mesi dopo, un bambino viene lasciato fuori dalla porta di una famiglia signorile, con poggiata sopra una collana che Bruce aveva regalato a Talia come dono di nozze. Forse perché Talia non voleva che il figlio crescesse nella setta degli assassini guidata dal padre? Forse perché sapeva che il mondo aveva bisogno di Batman, e Batman non può crescere un figlio? Non ci vengono date risposte a queste domande. Ma questo bambino riveste molta importanza per le attuali storie del cavaliere oscuro. Leggere “Il figlio del demone” significa riuscire a capire che anche il più freddo e solitario combattente non è immune al desiderio di famiglia. A prescindere da quale sia la maschera che portiamo, al buio o alla luce, tutti non possiamo non desiderare di avere qualcosa che ci completi tra le mura della nostra casa. L’uomo non è fatto per stare da solo, anche se a volte vi è costretto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Bello questo personaggio: più me lo fai conoscere più lo amo! Mi sono riletta snche tutti post precedenti!
Mi fa molto piacere, è il mio preferito. Se contribuisco a diffondere questa passione, ne sono contento! ^^
Posta un commento