Poco portai in là colta la testa,
che mi parve veder molte alte torri;
ond’io: “Maestro, di’, che terra è questa?”
Ed egli a me: “Però che tu trascorri
per le tenebre troppo dalla lungi,
avvien che poi nel maginar aborri.
Tu vedrai ben, se tu là ti congiungi,
quanto il senno s’inganna di lontano;
però alquanto più te stesso pungi.”
Poi caramente mi prese per mano,
e disse: “pria che noi siam più avanti,
acciò che il fatto men ti paia strano,
sappi che non son torri, ma giganti;
e son nel pozzo intorno della ripa
dall’umbilico in giuso, tutti quanti.”
Inferno, canto XXXI versi 19-33
giovedì 18 settembre 2008
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