Facemmo adunque più lungo viaggio,
volti a sinistra, ed al trar d’un balestro
trovammo l’altro assai più fiero e maggio.
A cinger lui qual che fosse il maestro,
non so io dir; ma ei tenea succinto
dinanzi l’altro e dietro il braccio destro
d’una catena che il teneva avvinto
dal collo in giù, sì che in su lo scoperto
si ravvolgeva infino al giro quinto.
“Questo superbo voll’esser sperto
Di sua potenza contra il sommo Giove,”
disse il mio duca, “ond’egli ha cotal merto.
Fialte ha nome; e fece le gran prove
Quando i giganti fer paura a’ Dei:
le braccia ch’ei menò, giammai non move.”
E io a lui: “S’esser puote, io vorrei
che dello smisurato Briareo
esperienza avesser gli occhi miei.”
Ond’ei rispuose: “Tu vedrai Anteo
presso di qui, che parla ed è disciolto,
che ne porrà nel fondo d’ogni reo.
Quel che tu vuoi veder, là più è molto,
ed è legato e fatto come questo,
salvo che più feroce par nel volto.”
Inferno, canto XXXI versi 82-105
mercoledì 24 settembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento