sabato 13 settembre 2008

Via del campo

Da un po’ di tempo sto preparando un regalo per una cara amica, e quando lo faccio mi piace avere un sottofondo di musica. Sebbene ci siano più di quattromila files nella cartella ‘Musica’ del mio computer, la scelta cade quasi sempre sulle stesse canzoni: qualche album di de Andrè o di Guccini. Proprio ieri sera stavo ascoltando “Via del campo”, e ad un tratto mi è venuto da pensare che non sarebbe male scriverci sopra due parole.

Fabrizio de Andrè è genovese, questo lo sanno tutti. E chi conosce un minimo la sua opera sa anche che cantare la sua città è sempre stata una delle sue passioni. Le creature di Fabrizio sono ancora lì, tra i carruggi del centro storico della città. Molte di queste creature sono dei relitti, degli scarti di una società borghese che non li riconosce e non li accetta. Ladri, fannulloni, depravati, assassini... e naturalmente prostitute. Via del campo era famosa proprio per queste ultime. Un tempo era un luogo di contrabbando e prostituzione, praticata tanto nei magazzini quanto negli angoli bui della strada, perfettamente in sintonia con l’atmosfera di quel posto. Eppure, ascoltando le parole di questa canzone, non ci si può non innamorare di quelle figure, tanto fisiche e materiali da arrivare a sembrare quasi irreali e mistiche. Lo dimostrano le parole delle prime strofe, in cui vengono descritte tre di queste donne, e la loro attività, con parole dolcissime. In tutto quello che ho letto e sentito nella mia vita, non ho mai trovato una descrizione più bella dell’esercizio della prostituzione di quel “...vende a tutti la stessa rosa”. Così come non riesco a pensare ad un modo più intenso per descrivere la leggerezza di una donna che si muove di “...nascon fiori dove cammina”. Per non parlare poi della esaltazione dei piaceri sessuali visti come un paradiso raggiungibile tramite una semplice rampa di scale. Ci si commuove nel sentire il racconto di quell’uomo che, stregato dalla bellezza di una di quelle donne, si illude di poterla sposare, e rimane incredulo nel vederla rifiutare chiudendo il balcone della stanza dove accoglierà il prossimo cliente. Fabrizio ci mostra come in quella strada malfamata possa nascere un amore, che fa sorridere quando ci risponde, che fa piangere quando si mostra indifferente. E a conclusione di tutto, quasi voglia fare un dispetto a tutti coloro che la pensano diversamente, ci ricorda come dalle cose perfette, come i diamanti, niente può avere origine, mentre dalla cosa peggiore che possiamo immaginare nascano cose meravigliose.


Ancora oggi, in via del campo si trova un negozio di dischi in cui era conservata ed esposta la chitarra Esteve di de Andrè, messa all’asta per beneficenza poco dopo la sua morte. Il proprietario del negozio, da sempre amico di Fabrizio, ne ha fatto una sorta di museo della memoria, con le sue canzoni sempre in sottofondo e le copertine originali dei suoi album esposte in vetrina. Sebbene Gianni Tassio sia morto da quattro anni, la sua opera di mantenimento della memoria dell’amico continua ad opera della moglie. Anche in un posto malfamato come via del campo può nascere un fiore.




Via del campo

Via del campo c’è una graziosa,
gli occhi grandi, color di foglia,
tutta notte sta sulla soglia,
vende a tutti la stessa rosa.

Via del campo c’è una bambina
con le labbra color rugiada,
gli occhi grigi come la strada,
nascon fiori dove cammina.

Vai del campo c’è una puttana,
gli occhi grandi color di foglia,
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano

e ti sembra di andare lontano,
lei ti guarda con un sorriso.
Non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano.

Via del campo ci va un illuso
a pregarla di maritare,
a vederla salire le scale
fino a quando il balcone è chiuso.

Ama e ridi se amor risponde,
piangi forte se non ti sente,
dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior.
Dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior.


La canzone di questo primo video è una versione live dell'originale, forse anche più intensa e profonda in questo nuovo arrangiamento. La frase piccola che si legge sulla camicia di Fabrizio in basso a destra è "Signora Libertà, sisgnorina Anarchia", una versione modificata in un concerto dell'originale "Signora Libertà, signorina Fantasia" della canzone "Se ti tagliassero a pezzetti".

Questo secondo video è un tributo alla poesia di Fabrizio de Andrè da parte di un gruppo di appassionati. La canzone è la versione originare di "Via del campo", quella contenuta nell'album "Volume 1" del 1967. Il finale è un po'... particolare, e si distacca dal significato vero e proprio del testo di Fabrizio. Ma ho voluto inserirlo lo stesso per la bellezza delle immagini e dell'atmosfera che richiamano. I crediti del cortometraggio sono inseriti alla fine, quindi evito di trascriverli qui.

5 commenti:

veronica ha detto...

Io lo amo e tu lo sai, ma non riesco a trovare parole per descrivere le emozioni che riesce a darmi!
Complimenti, il post rende giustizia!

Adryss ha detto...

Grazie davvero, non sapevo se sarei riuscito a trasmettere tutto come l'avevo pensato. E tengo molto alla tua opinione, sia perchè conosci quello di cui si parlava, sia perchè sei tu!

Fra ha detto...

De Andrè è veramente uno dei più grandi cantautori italiani. Complimenti per il post
Un abbraccio e buon lunedì
Fra

Valentina Ariete ha detto...

Che bel pezzo!!!
Sei un romanticone!

Adryss ha detto...

Per Fra: Grazie per i complimenti... Inutile dire che concordo con te, altrimenti non scriverei tanti post sulle sue canzoni...

Per Valentina: Grazie, lo prendo come un complimento! In effetti, è vero, anche se di occasioni per mettere da parte questo mio aspetto ne ho avute tante... Ma forse proprio queste lo rendono più forte...