Nel 1968, il supereroe medio era un modello di perfezione, in ogni senso: nella forma fisica, nella rettitudine morale, nella logica e nell’intelligenza. I supereroi combattevano il male, proteggevano gli innocenti, erano amati e ben voluti. Eppure, proprio in quell’anno, Creeper fa la sua prima apparizione, ad opera di quello Steve Ditko che pochi anni prima aveva creato, insieme a Stan Lee, nientemeno che l’Uomo ragno. Il bello (ma a quei tempi deve essere stato visto come un difetto) era che Creeper era del tutto distante dal concetto di supereroe di quei tempi. Il supereroe era bello, buono e giusto, Creeper era brutto, non tanto buono e decisamente squilibrato. Per tutti questi motivi, la sua serie personale ebbe poca fortuna, e fu chiusa dopo soli sei numeri, relegando Creeper in quell’immenso universo di personaggi comprimari che ogni tanto facevano capolino nelle storie dei grandi eroi DC.
Oggi, in occasione degli avvenimenti scatenati dalla saga “Crisi infinita”, i tempi sono maturi per la rinascita di questo eroe. Steve Niles e Justiniano rielaborano le sue origini, e fin da subito lo catapultano nel cuore pulsante delle avventure supereroistiche: Gotham city.
Jack Ryder è un giornalista provocatore, che nel tentativo di accaparrarsi un’esclusiva con il geniale professor Yatz, finisce con l’avere iniettato proprio da quest’ultimo un misterioso siero di sua invenzione. È così che la vita di Jack Ryder cessa di esistere, per come tutti la conoscevano (lui compreso). Al suo posto, o meglio, insieme a lui, adesso c’è Creeper, una sorta di bizzarro folletto dalla pelle gialla, che saltella dappertutto ed emette una risatina agghiacciante. Inoltre, il siero lo ha dotato di una discreta forza e della capacità di rigenerarsi, rendendolo molto resistente anche alle ferite più gravi.
In poche ma intense pagine, Creeper arriva a fare la conoscenza dei due principali protagonisti delle strade di Gotham, vale a dire Batman da un lato e il Joker dall’altro. L’incontro con il pipistrello è interessante, perché mette di fronte due personaggi che hanno ben più che un lato oscuro. Dentro Creeper infatti si agita la coscienza di Ryder, che può venir fuori quando il bizzarro eroe lo consente, così come questi può far uscire Creeper, quando ne ha bisogno. Ma i due non sono affatto entità separate, quanto piuttosto un unico individuo con due coscienze, cosa che potrebbe portare a risvolti interessanti, magari in storie future.
Quello che è interessante fin da subito, invece, è il contesto in cui il personaggio si inserisce. Con la crisi, i grandi eroi della Terra hanno svestito i loro costumi, per prendersi un anno sabbatico, per capire chi realmente sono e quali motivazioni li spingono. E in un mondo dove non ci sono Superman, Batman e Wonder Woman, ma semplicemente Clarke, Bruce e Diana, chi affronterà i criminali, chi proteggerà gli indifesi? Chi si farà carico della loro eredità? È proprio questo l’aspetto innovativo: la dimostrazione che oltre a Superman o Batman ci sono altri eroi per le strade, e alcuni di questi hanno tutte le carte in regola per giocare al tavolo dei grandi. Una dimostrazione che Niles e Justiniano non mancano di dare, chiarendo una volta per tutte, con “Creeper”, che non ci sono eroi brutti.
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