Il dottor Kelso è un personaggio straordinario. E sicuramente quello con il ruolo più difficile. È il cattivo della situazione, all’apparenza, l’odioso primario che pensa solo ai soldi, che vede i pazienti esclusivamente come polizze assicurative, che disprezza tutti gli altri medici che non considera nemmeno colleghi, e via dicendo. Ma non è facile fare tutto questo.
Ovviamente, avrete capito che ancora una volta sto parlando di Scrubs. L’altra sera ho rivisto questo episodio, “Il mio nostalgico capo”, e mi è venuto subito il desiderio di farci un post. Ci è voluto un po’ per isolare gli spezzoni che mi interessavano e montarli, ma ne è valsa la pena.
Come dicevo, quello che il dottor Kelso ricopre nelle vicende dell’ospedale Sacro cuore è forse il ruolo più difficile. È facile essere come JD, l’assistente pasticcione, a volte insicuro e un po’ scemo, ma comunque buono e preparato. È facile essere Turk, il chirurgo spavaldo e con un gran cuore. E anche i ruoli di Elliot, Carla, il dottor Cox e degli altri personaggi minori, per quanto possano essere complessi e sfaccettati, sono poco impegnativi dal punto di vista della dinamica delle storie. Per Kelso è diverso. A volte è davvero una persona orribile, cinica e spietata. Altre volte riveste il ruolo del grande padre, che protegge e custodisce la sua creatura, l’ospedale. Altre ancora fa al parte del cattivo perché è il suo dovere, il suo compito, e non vuole evitarlo fuggendo o trovando scappatoie per schivare questa responsabilità. Si assume il peso del suo ruolo, e lo svolge fino in fondo, anche quando deve attirarsi addosso gli sguardi d’odio di tutti perché ha licenziato due infermiere per motivi di budget.
Nell’episodio cui mi riferisco, suo è il compito di far prendere una decisione giusta ad una paziente, e in maniera trasversale anche a Turk, che ha problemi nel suo matrimonio con Carla. La lezione morale che impartisce è magistrale, migliore di quella che qualunque professore possa mai dare in un’aula universitaria piena di studenti. E non voglio spendere altre parole per sottolineare o enfatizzare questo messaggio, è tutto detto alla perfezione in quelle poche battute, e nel commento fuori campo della voce di JD alla fine della storia. Il vero problema è riuscire a fare i conti con questo messaggio, riuscire ad accettarlo nel mondo reale, quando è facile dire che questo è solo un telefilm in cui è semplice lanciare messaggi ma che poi nella vita vera tutto sembra crollarti addosso e non riesci a sostenerlo. Le difficoltà sono tante, per lunghi periodi non si vede la luce, e le tentazioni di prendere strade più confortevoli ma sbagliate sono molte. Allora, forse ricordare quelle parole del dottor Kelso potrà aiutarci nel fare le scelte giuste, nel lottare per quello che vale veramente, nel saper affrontare le delusioni e i fallimenti. Nell’imparare a vivere quando “La vita fa paura!”.
4 commenti:
Mi piace molto questo telefilm...oramai nella mia casa è lo sfondo fisso della nostra cena!
Affrontare...facile a dirsi difficile a farsi...posso dire con sicurezza che io affronto sempre la vita con coraggio. Purtroppo non lo faccio sempre nella maniera più opportuna.
Nessuno sa qual è la maniera opportuna prima di agire. Possiamo solo comportarci come riteniamo giusto. Ma il più delle volte non c'è UN modo giusto di fare una cosa. L'importante è affrontare le sfide con coraggio, come fai tu. Io non sempre ci riesco... non per le cose veramente importanti. Magari non ho la minima esitazione se devo infilare un ago nella vena di un paziente, ma se devo mostrare i miei sentimenti a qualcuno, ci penso e ripenso mille volte... e troppo spesso questo è il modo sbagliato.
Ma ricorda sempre che non c'è UN modo giusto, come dici tu.
Ho letto gli ultimi post che mi avevi segnalato (a proposito grazie, perchè sono davvero belli).
Ormai è tardi perciò scrivo solo altre 2 righe qui visto che è l'ultimo e visto che questa è una delle frasi che più mi hanno colpito.
Anche perchè è una di quelle cose che quando le senti ti colpiscono al cuore e sembrano fatte apposta per te (diciamoci la verità, chi è che non ha mai avuto paura e avrebbe preferito la via più semplice?).
La cosa che però se me la ripeto mi dà la forza di continuare ad impegnarmi è il finale del suo discorso: "nella vita le cose che contano non si ottengono mai con facilità". E continuo a cercare di "tenere botta", come su dice qui, per ciò che reputo importante.
Quanto a Kelso, beh, per usare le sue parole: "Forse è questo che significa essere un buon leader: unire tutti quanti dando loro qualcuno da odiare..."
Dovevo dire un'altra cosa, ma non me la ricordo più, per cui sarà per un'altra volta.
'Notte.
Yama
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